Gaspare e l’YiQuan

YIQUAN: spiegazione semplice di Gaspare Ribaudo.

Che cos’è l’Yiquan? Le domande poste semplicemente in questo modo spesso mettono in crisi, questo perché vorresti spiegare un intero mondo, ma la domanda è molto più semplice e diretta, quindi la risposta dovrebbe esserlo altrettanto.

Per sintetizzare si potrebbe affermare che si tratta di un’arte marziale che condensa al suo interno, quelli che il suo fondatore (Wang Xiang Zhai, 1885 – 1963) dopo anni di ricerca e studio, ritenne che fossero i principi migliori utilizzati dagli stili marziali interni appartenenti alla tradizione cinese. Il fondatore dell’Yiquan di fatto non inventa nulla, bensì recupera e valorizza tecniche e pratiche, che per vari motivi si stavano trasformando o peggio ancora perdendo.

Non dobbiamo dimenticare, che in quegli anni la rivoluzione culturale avvenuta nella Repubblica Popolare Cinese, non ha certo giovato (per utilizzare un eufemismo) alle arti marziali e non solo.

Lo studio e la pratica dell’Yiquan prevedono una vasta gamma di esercizi e tutti passano attraverso uno studio attento e meticoloso dei vari livelli di Qi Gong (sia Yăngshēng che Neijia), si può affermare tranquillamente che non esiste Yiquan senza Qi Gong. Lo studio del Qi Gong porta a una trasformazione totale dell’essere e crea una nuova struttura energetica che si manifesta anche a livello fisico, questo tipo di forza è generalmente chiamata forza o energia interna.

Nell’Yiquan ogni espressione avviene tramite la gestione di questo tipo di forza che, in base al tipo di Qi Gong lavorato, può manifestarsi all’esterno con movimenti anche molto diversi fra loro, questi possono essere: lenti, fluidi e morbidi oppure molto piccoli, veloci e potenti.

La forza interna, così come il movimento energetico, per motivi meccanici e anatomici dell’essere umano ovviamente non possono che manifestarsi tramite movimenti “esterni”; è fuor di dubbio che se muovo un braccio lo faccio con l’utilizzo del corpo e dei suoi muscoli. Ciononostante, in questo caso l’input del movimento non è dettato dal cervello cosciente, ma dal fluire dell’energia (o Qi) all’interno del corpo. Si potrebbe dire, che il movimento avviene in virtù del fatto che qualcosa si è manifestato all’interno del corpo e poi è fluito dentro il mio braccio scuotendolo fino a farlo muovere. In questo caso però, il braccio che si muove è l’unica parte visibile (o terminale) di tutto un movimento energetico avvenuto all’interno.

La definizione che ho fornito qui è molto sintetica e “occidentale”, in realtà questa tematica ha radici molto profonde che affondano nella cultura e nella medicina tradizionale cinese. Personalmente, credo che la forza interna sia più facile sperimentarla che spiegarla. Ad ogni modo, chi volesse approfondire l’argomento può attingere alla vasta letteratura ormai disponibile a tutti. Ma torniamo alla domanda iniziale.

Nell’Yiquan non esistono tecniche (mosse) o sequenze codificate (forme) come negli stili esterni (ad esempio, karate o judo), ma questo non significa che ci si possa muovere a casaccio o inventarsi le cose. I movimenti sono determinati dal tipo e dal livello di Qi Gong che si sta lavorando e, si badi bene, che un occhio esperto è comunque in grado di comprendere se il movimento rispecchia i giusti principi oppure no.

Contrariamente a quello che è un pensiero abbastanza diffuso tra i non addetti, l’Yiquan è un’arte molto difficile da imparare, richiede moltissimo impegno e dedizione e tante tante ore di pratica, anni! L’apprendimento può risultare complesso e, a volte, può capitare di essere rallentati o addirittura bloccati dalle false chimere, dall’idea di essere diventati “bravi”. La pratica deve attenersi rigorosamente alla tradizione e non deve saltare nessun passaggio, diffidate da tutti quelli che annacquano un antico lignaggio per farvi credere che sia “semplice”, questi maestri possono avere anche molti allievi ma mentono a se stessi e agli altri, in definitiva rendono un pessimo servizio alle arti marziali e alla collettività in genere.

Le sessioni di studio devono puntare a sistemare prima l’accoppiata corpo-mente e, solo dopo, possono prendere in considerazione l’alchimia interna e l’aspetto marziale.

Non si può parlare di crescita marziale se prima non si sistemano gli aspetti concernenti il benessere fisico, psichico ed energetico. Non può esserci marziale senza benessere psico-fisico.
Con l’Yiquan la crescita non ha mai fine, non esistono limiti, se non quelli imposti dalla tua mente.

A cura di Gaspare Ribaudo (istruttore B.Y.T.C. di Torino) .
Un ringraziamento particolare all’istruttore e amico Eduardo De Gregorio, il quale ha collaborato alla stesura di questo brevissimo pensiero.