La ricerca del dubbio e la certezza del danno

In questi ultimi tempi mi sono spesso domandato se aggiungere o no la mia voce al blog della B.Y.T.C. Se aggiungere la mia voce a quella di tutti gli amici che hanno già ben argomentato (spero lo facciano ancora) sulla pratica del QI Gong, dell’Yi Quan o altri stili interni cinesi. Il motivo per cui me lo sono domandato è molto semplice, come potrei non parlare più che bene di qualcosa che pratico da anni? Molto probabilmente direi moltissime cose già note a molti o, peggio ancora, potrei scivolare nella fiera dell’ovvio.

Alla fine ho deciso di contribuire con una mia semplice riflessione, questa non entrerà nel merito di nessun tema caro agli artisti marziali e non tenterà nemmeno di spiegare le trasformazioni che il QI Gong compie sull’interezza dell’essere umano (corpo, mente e spirito). L’unico obiettivo è cercare di capire come mai molte persone, seppure attratte da queste discipline, ne restano fuori o, per dirla tutta, alla larga. Vi riporto il mio pensiero nel pieno rispetto di tutte le posizioni sia all’interno che all’esterno della nostra scuola.

Sicuramente una grande paura, anche se inconfessabile e inconscia, è determinata dalle profonde radici religiose cristiane e, in modo particolare, dalla religione cattolica. Inutile negarlo, la matrice taoista (o buddhista) di queste discipline spaventa, soprattutto in un contesto storico che non brilla certamente per il dialogo interreligioso. Ad ogni modo, non è mia intenzione addentrarmi in una lezione sul taoismo anche perché non né sarei all’altezza, quello che posso dire con certezza è che per praticare il Qi Gong alla B.Y.T.C. non bisogna diventare taoisti, qui vige il massimo rispetto della persona e nessuno giudica il credo personale altrui.  Qui nessuno ti chiede di praticare gli esercizi vestito come un monaco o un bonzo. Se poi questa libertà è taoismo, allora lo sono.

Altro aspetto poco edificante afferisce alla sfera del marziale e, quindi, del combattimento e del Gong Fu. Penso di poter tranquillamente affermare che l’aspetto marziale è stato letteralmente massacrato da un sottobosco cinematografo e culturale, avvenuto progressivamente nel corso degli anni. A questi pseudo guerrieri post moderni, si uniscono tutti quei ‘giocolieri’ che girano i teatri per mostrare come spaccano pile di mattoni o come si distendono su lance acuminate senza riportare nessun danno. Anche in questo caso, come per il taoismo, non è mia intenzione approfondire ulteriormente il punto, almeno non adesso. Ad ogni modo, non si può non prendere atto che questo tipo di violenza non può che allontanare le persone di sani principi.

Che dire in merito? A questo proposito mi tornano in mente le parole dette una volta da Master De Santis < l’errore che si commette è quello di prendere una sola fetta della torta, quella che ci torna più utile al momento. Una volta può trattarsi del tao sex, un’altra del combattimento e un’altra ancora della meditazione. La torta bisogna prenderla tutta! >. Proprio così, ha detto che la torta bisogna prenderla tutta, ed è quello che facciamo alla B.Y.T.C., alimentiamo tutti gli aspetti consapevoli che “le altre fette di torta” compensano, integrano e completano quello che stiamo facendo in quel momento. Alla B.Y.T.C. della violenza non esiste nemmeno l’ombra. Si, è vero, la torta la prendiamo tutta.

Superato il freno religioso e accantonata l’idea di fare parte del cast cinematografo del futuro sequel della foresta dei pugnali volanti, si potrebbe supporre che gli ostacoli sulla via del QI Gong siano stati abbattuti. Non è così, nulla di più sbagliato! Come faccio a trovare il centro giusto? Quanto mi costerà? Ma saranno veramente bravi? E soprattutto, quello che insegnano sarà il vero Qi Gong, quello migliore di tutti?

Queste sono, più o meno, le domande che ti poni se decidi di avvicinarti a quest’arte e non conosci nessuno che la pratica, lo so benissimo, l’ho vissuto in prima persona. Allora cosa fare? L’uomo contemporaneo e moderno, si affida a Google o altro motore di ricerca disponibile in Internet. Una volta scritta la parola “Qi Gong” e premuto il tasto per la ricerca, ottiene circa 17.000.000 di risultati, non sorridete è vero. L’aspirante allievo preso dallo sconforto, inizia a filtrare i risultati cercando prima quelli nella propria città, poi quelli più accattivanti dal punto di vista grafico e, infine, quelli a lui più affini sia per gusto che per cultura personale. Perbacco, non può certo visitarli tutti! Purtroppo, la maggior parte dei siti web visitati rispecchia, esalta e amplifica tutte le connotazioni negative elencate finora e, spesso, sono imbevuti di pseudo religioni new age e di misticismo da centro commerciale. Le foto mostrano praticanti e istruttori rigorosamente agghindati con abiti che richiamano alla memoria monaci e mistici dell’immaginario collettivo, qualcuno promette addirittura il risveglio delle siddhi e poteri magici. Preso dallo sconforto, l’aspirante allievo abbandona la ricerca e se ne dimentica rapidamente. Questo nel migliore dei casi, perché a volte, pur di fare un tentativo si affida a persone incompetenti o peggio ancora in malafede.

Ecco, diciamo che la breve disamina dei perché in molti non si avvicinano a questa disciplina potrebbe anche terminare qui. Che peccato, che spreco di capitale umano!

E’ mia personale convinzione, invece, che l’uomo occidentale ora più che mai, cerca con gran desiderio di comprendere queste discipline e quest’antico sapere. Egli comprende che sotto tutto questo magma di cultura, di storia e di stili diversi, esiste qualcosa che merita di essere cercato.

Per fortuna in mezzo a questo mare magnum, esistono associazioni e scuole che divulgano sapientemente queste conoscenze e ci sono persone che dedicano la vita alla diffusione e all’insegnamento di queste discipline. Io ho avuto la fortuna di trovare tutte queste cose e spero che accada anche al nostro simpatico aspirante allievo.

Alla B.Y.T.C. impari “semplicemente” perché il Master della scuola ha la conoscenza di ciò che insegna e tutti gli istruttori restano rigorosamente fedeli alla tradizione. Nessuno inventa nulla, nessuno improvvisa. Non ci sono istruttori che decantano la magnifica sensazione che dovresti sentire eseguendo un certo esercizio, semplicemente tutto accade, se l’esercizio è eseguito correttamente e con perseveranza, ciò che si deve sentire si sentirà spontaneamente. Ognuno di noi esplora se stesso, tutto accade e fluisce normalmente, nel pieno rispetto dei propri limiti e delle proprie aspirazioni.

A un certo momento accade che lentamente tutto il tuo essere inizia a mutare, a trasformarsi. Accade che inizi a capire che, quel movimento così leggero ma così pieno di forza, ti lavora e ti scuote dall’interno che, quel movimento che si ripete come le stagioni, come loro non è mai uguale. Accade che tutti i tuoi sensi si affinano, si espandono. Accade che provi quel senso di euforia, si, quella che provavi da bambino per qualsiasi cosa e che non ricordavi più.

Questa è l’Alchimia del Qi Gong, questa è la trasformazione.

Approfitto dello spazio per ringraziare tutta la B.Y.T.C. e in particolare:

il Master Davide De Santis;

il mio maestro Diego Beni;

il maestro Giuseppe Consenti e tutti gli altri amici della scuola con i quali condivido questa magnifica avventura.

A cura di Gaspare Ribaudo (istruttore B.Y.T.C.)