ritorno in Cina
Tornato in Cina, l’amica praticante di tecniche tibetane DonDon, arriva gentilmente all’aereoporto a prendermi per portarmi dal maestro Sun per i saluti di buon ritorno.
Arrivato dal maestro Sun, anche lui appartenente al Circolo B.Y.T.C. di BeiJing, racconto dello sviluppo della “A.S.D.” B.Y.T.C. Italia e parlo del progresso degli Istruttori e del programma in generale, dopo poco arriva anche l’amico e praticante XinBing per salutare e tenere una piccola dimostrazione di XingYiQuan per il maestro Sun che subito lo corregge e gli spiega il QiGong inerente al “movimento” per permettergli di perfezionarlo.
Sun decide di rimandare di quattro giorni la mia dimostrazione di NeiJiQuan per farmi tornare casa in fretta per riposarmi dal viaggio e vedere e riabbracciare finalmente la famiglia; prima di lasciarmi uscire mi dona delle radici e dei funghi tibetani molto rari e io invece, dopo i ringraziamenti e i saluti, porgo loro un HongBao di offerta e beneficenza per il supporto del loro lavoro.
In Cina il discepolo e il praticante anziano hanno tra loro un rapporto simile a quello tra “fratelli di pratica” ed il maestro è considerato come un padre all’interno di questa “famiglia”: è come una figura importante da cui prendere esempio e seguirne le azioni e i consigli. Non è facile entrare nelle “grazie” di chi pratica davvero; è ovviamente molto più semplice trovarsi una palestra di Kungfu in rete e seguire le lezioni di un maestro “commerciale” , pago e mi insegni, punto.
Io sono sempre stato convinto che il Kungfu cinese fosse praticato da uomini di altri tempi, tradizionalisti legati al passato e a quella cultura che Mao, il primo presidente della Cina, cercò di annullare nel periodo di rivoluzione comunista. Ho sempre creduto che gli anziani ribelli e detentori del vero Gongfu non fossero in palestre finanziate dal governo e/o messe in lustro sui siti internet.
Non tutti i maestri che insegnano ai “clienti paganti” sono “commercianti del kungfu” (venditori di forme e cazzotti) ma la maggior parte di essi, utilizza la nostra ignoranza in materia, soprattutto per svuotarci il portafolio; io per esempio nel 2005 a Shanghai avevo insegnato il gioco del calcio ai cinesi …in quel momento la mia necessità era il “pagamento del motel” in cui vivevo e quindi all’università cinese, avevo accettato la proposta di questo “lavoro” per pagarmi le spese del mio soggiorno in Cina. Erano i cinesi stessi che venendomi tirare il pallone ad un ragazzo che aveva perso la palla fuori dal campo, avevano visto in me un calciatore prodigio …l’amara verità è che di calcio ho solo l’esperienza dell’oratorio di quando ero ragazzino ma al loro confronto ero un fenomeno e difatti, facevo i goal tirando la palla sotto le gambe del portiere in stile Maradona: quindi la mia incapacità nel gioco del calcio in Italia in Cina si era trasformata in pura maestria in quanto il loro livello era anni luce indietro al nostro; ecco i cinesi spesso fanno con noi la stessa identica cosa ma col kungfu!
Io per trovare dei bravi maestri ho girato mezza Cina (dal 1998) imparando il cinese e studiando la loro mentalità ..il grande TingJun mi aiutò moltissimo a comprendere la loro società e le loro regole (ciò che potevo fare e ciò che non potevo fare).
Oggi non salto da un maestro all’altro come una farfalla vola di fiore in fiore, se passo a trovare altri praticanti e Sifu è solamente perché questi sono del mio stesso “clan/gruppo di pratica/lignaggio” (ovvero nella stessa famiglia, associazione e scuola di studio). Non andrei mai di mia spontanea volontà, a cercare il GongFu da altri maestri sia perché fortunatamente la strada giusta l’ho già trovata e non credo che altri ne sappiano più di noi, sia perché nella tradizione cinese un “allievo/discepolo” resta col proprio “clan/gruppo/scuola/associazione” per tutta la vita e se cambia “clan/gruppo/scuola/associazione” lo fa perché pensa che quello attuale non sia completo e che quindi, non possa offrirgli ciò di cui lui ha bisogno e quindi se cambia, lo fa per sempre! …non si passa di fiore in fiore, siamo fedeli al lignaggio e convinti di ciò che stiamo facendo. Se il maestro non ci convince, lo cambiamo ma quando lo abbiamo scelto e siamo sicuri di lui, diventa un “matrimonio perfetto” senza amanti.
Ovviamente prima di decidere in che “gruppo” entrare dobbiamo farci delle idee ma poi, una volta scelto un “gruppo, famiglia” ci restiamo dentro e se cambiamo, cambiamo per sempre …è come un rapporto matrimoniale, le amanti non sono accettate e se si scopre che ci si vede con un’altra donna ci si lascia per sempre …non si resta mai con un piede in due scarpe, non esistono le amanti nel Kungfu, le regole del Kungfu tradizionale sono molto severe su questo argomento.
Queste situazioni però non le capiscono in molti italiani che vengono da me pur avendo già un loro maestro (pur insegnando già per altre associazioni o federazioni); quando sono in Italia infatti molti Istruttori di altre scuole spesso e volentieri vengono da me con la speranza di imparare qualcosa ma:
• 1) mi trattano come una “amante” se pensano di avere da me ciò di cui hanno bisogno ma poi tornano a testa bassa nella loro “scuola/associazione”.
• 2) se vengono da me è appunto perché la loro scuola ha delle carenze e sperano di superarle col mio metodo B.Y.T.C. ma a questo punto, dovrebbero avere il coraggio di lasciare il passato (la loro scuola attuale) e riprendere dall’inizio (con noi della B.Y.T.C.) senza lasciare un piedi in due scarpe ma riprendere da capo come un bicchiere vuoto da riempire di nuovo, con saggia umiltà.
• 3) alcuni stanno nella loro “scuola/associazione” solo perché pensano sia più famosa della nostra (visto che la B.Y.T.C. ha una storia recente e non scende a compromessi per spopolare tra la massa) ma la qualità la vogliono da noi …questo modo di ragionare e agire è davvero anti-taoista e molto “paraculo”.
…ovviamente un comportamento di questo tipo è sconveniente per entrambe le “scuole/associazioni” e conveniente solo per il furbo praticante che pensando di essere un Bruce Lee moderno, vuole fare un “mix martial art” di arti interne, convinto di comprendere di più passando di fiore in fiore, prendendo un po qua e un po là.
Io sono ben disposto ad insegnare a chi ha la vara passione e la voglia d’imparare mettendosi in gioco ma non si può insegnare a chi non vuole imparare ma desidera solo rubare, chi arriva da altre scuole ed insegna per altre scuole e pretende d’imparare anche il mio metodo continuando ad insegnare per le altre scuole sbaglia di grosso perché dimostra di non capire nulla della tradizione che ha dato origine a ciò che dice di amare e praticare.
Noi della B.Y.T.C. siamo convinti di avere in mano un “gioiello” di arte interna e siamo disposti ad insegnarla a chiunque mostri un interesse reale e non solo commerciale o legato alla smania di potere e conoscenza personale, chiunque volesse imparare da noi e creare con noi un legame duraturo nel tempo è ben accetto ma ovviamente se un istruttore di un’altra scuola dopo aver provato il nostro metodo fosse soddisfatto e volesse continuare, dovrebbe chiaramente lasciare l’altra scuola per proseguire con la nostra (funziona cosi anche per il pugilato, nessuno combattere sotto tue Team diversi e/o rivali); imparare un metodo al 100% seguendo il lignaggio e la tradizione è davvero difficile e solo le persone intelligenti, pazienti ed umili possono riuscire in quest’opera colossale …impararne due arti interni differenti tra loro è quasi impossibile e solo i superbi possono entrare in questa “trip” dettato dall’ego…fare invece dei minestroni di arti (quando non se ne sa praticare nemmeno una) prese di qua e di là è da arroganti auto-convinti e presuntuosi. Qui sappiamo bene che per imparare anche un solo lignaggio dobbiamo dedicarci una vita intera come minimo!
Ogni maestro ha un suo lignaggio e un suo modo di insegnare, ogni scuola ha una sua strada da far percorrere allo studente e non puoi seguire due strade nello stesso tempo, il maestro deve conoscerti anche in base alla strada che ti sta facendo percorrere, se quando il maestro si gira tu vai subito da un altro maestro e predi un’altra strada sarà impossibile seguirti bene perché non ci sarà il feeling corretto per la pura discendenza della tecnica.
Il maestro ti sa aiutare perché la strada che ti mostra, lui l’ha già fatta in passato e conosce i “trucchi” per superarla senza problemi (conosce i sentieri e i pericoli e le minacce del percorso) ma se tu percorri altre strade (con altri maestri in contemporanea) sarà difficile inquadrarti e accompagnarti nel lungo cammino che porta verso la maestria del NeiJia Gong.
Se io in Cina avessi ragionato in questo modo “egoistico” e “presuntuoso”, molto probabilmente non sarei andato da nessuna parte in Cina; non sarei nemmeno riuscito ad acquistare il rispetto dei praticanti. La crescita la si fa nella stessa “famiglia” e non saltando di casa in casa come prostitute vecchio stile in cerca di fama e potere.
Siamo una scuola nuova in Italia e il nostro scopo è quello di portare in occidente un lignaggio mai arrivato prima e imparato in Cina con fatica e sudore.
In Cina se si cambia volontariamente maestro lo si fa perché non si riconosce più il vecchio maestro e si dà al vecchio maestro un disonore che non gli permetterà più di accoglierti; le scuole sono tradizionalmente in conflitto tra loro e tra i praticanti non c’è l’atmosfera “new age” che si respira in occidente “siamo tutti amanti del Taichi che bello che bello pratichiamo tutti insieme la forma del ventaglio cosi vediamo le differenze tra di noi, ma che bello che bello”. Qui le persona che davvero dedicano la vita alla pratica sono legate al pensiero antico della vecchia Cina e non sono legate al consumismo dei giorni nostri. Il TuiShou non lo fanno per divertirsi ma per imparare ad uccidere col SanShou (il TuiShou è uno strumento per la comprensione del QiGong e la maestria del SanShou): per uccidere si intendere anche uccidere i propri demoni (le paure, le debolezze ecc). Il NeiJiaGong non è uno sport da praticare due volte alla settimana ma è una vera disciplina di vita. Non si pratica un lignaggio per sentirsi più fighi ma al contrario, lo si fa per uccidere l’ego ed evolvere spiritualmente, le “mosse” sono solo la punta dell iceberg …quindi non serve avere più maestri perché il fulcro centrale dell arte del NeiJia Gong è sempre lo stesso e ciò che importa è il “sentire e gestire” e non la “forma estetica perfetta”. In Cina la pratica non dev’essere bella (da vedere) ma efficace.
Dopodomani dovrò vedere un altro compagno di pratica, un mio “fratello maggiore” per fare con lui TuiShou e mostrare ai maestri il mio miglioramento nonostante l’infortunio al ginocchio, qui siamo molto severi nella pratica perché la pratica rispecchia l’atteggiamento che abbiamo verso la vita: la pratica serve a migliorare la vita, a renderci più lucidi, a comprendere le leggi della Matrix (ovvero a darci le chiavi d’accesso alle leggi delle energie dell’universo che ci “intrappolano” in questa dimensione ed usarle per trascendere il “tutto”).
La pratica dev’essere accompagnata da un alimentazione sana e una vita equilibrata: l’atteggiamento e i pensieri devono essere equilibrati e positivi non solo grazie alla pratica (che studia l’alchimia energetica della macchina biologica) ma anche attraverso le buone abitudini durante tutta la vita quotidiana.
Praticare TaiChiChuan (TaiJiQuan) e poi fumare 2 pacchetti di sigarette, mangiare molta carne rossa, bere alcol e andare a ballare la tecno-dance fino le 4 del mattino non è un abitudine intelligente. Dobbiamo trattare bene (con rispetto e amore) il nostro “tempio dell’anima” (il corpo) per avere le energie sufficienti per crescere sani e forti. Se non abbiamo le energie sufficienti per sopravvivere in questa dimensione, non le avremo mai nemmeno per trascenderla.